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La musica che si racconta in questo libro è molto diversa dalla musica delle corti, delle élites e dei chiostri. È una musica assai meno studiata, diretta ai semplici, ai poveri, agli incolti: "di second'ordine" per assetti e valenze estetiche, e difficilmente classificabile, nelle tante forme che assumono melodie e parole, ma con il chiaro intento di spiegare la fede e costruire una pedagogia morale attraverso la musica. La indagano qui - in svariati contesti - storici e musicologi, con antropologi e storici dell'arte, nel tempo lungo delle riforme confessionali, per coglierne il ruolo nella cristianizzazione delle coscienze e dei comportamenti. E delineano una doppia frontiera della musica dei semplici, quella dei mondi nuovi e dei suoni della conversione delle genti ignare di Cristo, e quella europea, delle genti più misere alle quali si indirizzano laudi, orazioni cantillate, canzoncine spirituali e con esse le regole del vivere cristiano. In questo contesto di sensibilità e di strategia prende forma ad esempio il canto Tu scendi dalle stelle che ben esprime il radicamento nei sentimenti collettivi delle procedure pastorali presentate in questo libro.